Non avrei mai immaginato di vedere (o vivere) una situazione come quella di quest’ultimo periodo determinata dal COVID-19, un’epidemia senza confini che si sta rapidamente diffondendo e che, avendo oggi scarse conoscenze sulla natura di questo virus e sulla sua evoluzione, produce ansia e incertezza del presente.
Questa malattia già di per sé piuttosto grave è così potente da limitare la nostra libertà, costringendoci a riorganizzare la nostra vita sociale, le nostre attività lavorative e a modificare, anche se temporaneamente, le abitudini e i più piccoli gesti quotidiani della nostra normalità.
Mai avrei immaginato che proprio la diffusione di un’epidemia avrebbe impresso una così forte accelerazione verso l’adozione dello Smart Working.
Flessibilità, autonomia, responsabilizzazione, orientamento ai risultati: con queste parole chiave si potrebbe sintetizzare la filosofia (e la pratica) che sta alla base dello smart working, il lavoro “agile” che può essere applicato con notevoli vantaggi all’interno delle aziende, ma non solo, anche all’interno della pubblica amministrazione.
Una vera e propria rivoluzione culturale e organizzativa: questo è smart working! Una rivoluzione perché va a sradicare gli approcci tradizionali e consolidati nel mondo del lavoro, probabilmente sarà il modo di lavorare del futuro, basato su una cultura orientata ai risultati e su una valutazione legata alle reali performance.
Il Ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro lo definisce così: “lo Smart Working (o Lavoro Agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.
Si tratta di una “nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”, riprendendo in questo caso la definizione che già nel 2015 ne dava l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano.
È un approccio quindi, di profondo cambiamento culturale, una revisione radicale del modello organizzativo dell’azienda (pubblica o privata).
Alcuni vantaggi per i lavoratori risultano evidenti, in primis la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Lavorando da casa, infatti, si riesce a gestire meglio il proprio work-life balance, valorizzando il tempo a disposizione e abbattendo i costi legati agli spostamenti. Introdurre lo smart working, impattando sul benessere e sulla qualità della vita dei propri dipendenti, può essere considerata una misura di welfare aziendale e si riflette in positivo anche sulla produttività.
Ci sono poi altri aspetti di profonda innovazione, sia per i lavoratori che per le amministrazioni come ad esempio:
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valorizzazione delle risorse umane e responsabilizzazione;
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risparmio in termini di costi e miglioramento dei servizi offerti;
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promozione dell’uso delle tecnologie digitali più innovative e utilizzo dello smart working come leva per la trasformazione digitale e per lo sviluppo delle conoscenze digitali;
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abbattimento delle differenze di genere;
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riduzione delle forme di “assenteismo fisiologico”.
Insomma, il lavoro agile è una leva di cambiamento e permette di combattere la “burocrazia difensiva”, perché consente di andare oltre l’adempimento, promuove la collaborazione, la programmazione, la gestione e i risultati. Mette al centro le persone, che punta sulla valorizzazione delle persone e sulla fiducia tra lavoratori e amministrazione.
Lo smart working impatta poi anche sui temi della sostenibilità e, in questo caso, è più immediato l’accostamento al telelavoro, che già consentiva risparmi nei consumi elettrici all’interno degli uffici e una riduzione nelle emissioni di CO2 grazie alla diminuzione del traffico legato agli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro.
E non dimentichiamoci una cosa, altrettanto importante, quando si lavora da casa la maggior parte di noi (me compresa!) si trova in casa con dei bambini, di conseguenza la qualità dell’aria è molto importante, prediligiamo tecnologie ecologiche, come stampanti ink-jet ad esempio, che azzera le polveri sottili prodotte dalle stampanti laser, oltre ad un risparmio notevole di elettricità se poi è anche eco-friendly ben venga! Nel mercato attuale ne troviamo di tutti i gusti, anche di piccole dimensioni, perfette per circostanze come quella che stiamo vivendo attualmente, dove abbiamo bisogno di una stampante piccola ma che ci garantisce ottime prestazioni, noi di Seven vi possiamo aiutare a portare il tuo ufficio a casa, mettendo i software in Cloud e dandovi stampanti perfette per questo tipo di esigenza. Ovviamente tutti questi benefici avrebbero un peso maggiore se lo smart working si diffondesse in tutti gli uffici.
La cronaca di oggi produce allarme, genera una terribile ansia, ma servono freddezza e distacco per osservare, affrontare e comprendere una questione che riguarda solo l’aspetto della diffusione del virus COVID-19, ma che investe altri e più preoccupanti aspetti. Qual è la lezione che bisogna apprendere?
Questa improvvisa e inaspettata battuta d’arresto provocata dal virus, ci consente una pausa e un momento di riflessione, ma soprattutto d’azione, in cui finalmente potremo stabilire quali siano le vere priorità della vita: quali siano i nostri desideri, che rispondono alla nostra volontà, che diano risposte al nostro talento e che ci permettano di esprimere le nostre potenzialità.
Evitare la frantumazione, l’isolamento, l’esclusione e avviare un profondo e decisivo cambiamento, imparando a considerare non la nostra singola individualità ma sentirci parte della società alla quale apparteniamo non solo nei momenti di svago, ma anche in quelli professionali.
Buon lavoro smart worker #andràtuttobene